L’optometria, dal greco ὄψις (opsis = vista) e μέτρον (metron = misura), è una scienza fondata su conoscenze fisiche, biologiche, psicologiche, optometriche, contattologiche e anatomo–fisiologiche.
L’optometria deriva storicamente dall’ottica e solitamente condivide l’operatività con quella degli ottici, pur differenziandosi.[1]
Ha come obiettivo la misurazione dell’efficienza visiva con mezzi ottico-fisici ed, in genere, il miglioramento delle funzioni visive mediante l’impiego di lenti correttive.
Questo ramo dell’oftalmologia in particolare si occupa della valutazione dei deficit visivi e muscolari oltre che a quelli sensoriali che colpiscono l’apparato visivo e della loro educazione tramite esercizi di movimenti dell’occhio, proprio come se fosse una palestra per i muscoli che lo muovono che prende il nome di
Traning Visivo
Il Traning Visivo
Il training visivo rappresenta una parte essenziale ed integrante della pratica optometrica. Chiamato anche terapia visiva il visual training rappresenta un approccio clinico per correggere e migliorare gli effetti dei disturbi della motilità oculare, delle disfunzioni binoculari, dei disturbi di focalizzazione e dei disturbi percettivi di elaborazione dell’informazione.
Le procedure specifiche e la strumentazione utilizzata sono determinate dalla natura e dalla severità della condizione diagnostica. Il visual training non è affrontato semplicemente per rafforzare i muscoli dell’occhio ma piuttosto per trattare deficit funzionali in maniera tale che il paziente ottenga efficienza e un comfort ottimale.
Le differenti procedure utilizzate ed i vari tipi di strumentazioni dipendono dalla natura della disfunzione visiva e dalla valutazione clinica dell’optometrista.
Analisi Visive Optometriche
Le tecniche Optometriche comprendono:
- Misurazione dell’acuità visiva per mezzo di ottotipi (simboli grafici, E di Albini, lettere o numeri).
- Misurazione delle ampiezze fusionali, dell’accomodazione e della convergenza.
- Misurazione della stereopsi attraverso test come il Lang I e il Lang II, il Titmus o altri.
- valutazione dei disturbi oculomotori mediante test per lo studio della motilità oculare e la misurazione dell’eventuale angolo di strabismo manifesto o latente (orizzontale, verticale, per lontano, per vicino) per mezzo di stecche prismatiche o per mezzo del sinottoforo.
- Test per la valutazione dei rapporti binoculari come per esempio corrispondenza retinica e soppressione.
- Test dell’oculomotricità e test per la valutazione delle performance fusionali e accomodative.
- Test visuo-percettivi nei pazienti affetti da DSA (disturbi specifici di apprendimento).
- Test visuo-posturali per la valutazione dello stato funzionale visivo nel contesto di una valutazione posturale.
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